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Carla Mereu (d-fine) tra i protagonisti del Data Management Summit Italy di Pavia

Stiamo svelando giorno dopo giorno tutti i professionisti che parteciperanno con le loro presentazioni all’evento più importante del Data Management. Per la prima volta un forum cerca di focalizzarsi sul Data Management nella sua interezza, dalla governance, passando per la sicurezza, il cloud, il machine learning, la virtualizzazione dei dati e molto altro ancora. Oggi presentiamo Carla Mereu dell’azienda d-fine

Ci parli un po’ di lei e del suo percorso professionale

Sono nata matematica e diventata consulente per scelta. Ho iniziato la mia carriera in consulenza con d-fine ormai quasi un decennio fa, dopo aver concluso un dottorato di ricerca in Finanza Matematica. È solo nella carriera di consulente che ho scoperto l’importanza e la centralità dei dati e della loro gestione, come anche la loro onnipresenza. Da consulente, ho avuto modo di scoprirne diversi aspetti e sfaccettature nei più diversi settori dell’economia, dal settore industriale a quello bancario, dalle autorità di vigilanza alle compagnie private.

Pensi che le aziende abbiano un’adeguata cultura della gestione dei dati?

Le aziende nella migliore posizione sono generalmente quelle il cui modello di business è sempre stato incentrato sui dati e sui software,, ma in altri settori siamo ancora solo all’inizio. In ogni caso, quello dei dati non è un mondo statico, ma per sua stessa natura in continua evoluzione: una gestione adeguata oggi non lo sarà necessariamente domani e le aziende devono perciò abbracciare, oltre a degli standard solidi di Data Management, una cultura del cambiamento continua.

In che modo state affrontando la gestione dei dati nella vostra azienda e nei vostri clienti? Quali sono le sfide più importanti che state affrontando al momento?

d-fine ha il privilegio, quale azienda di consulenza europea tra le leader nella gestione dei dati (siamo per esempio hidden champions nella categoria Data&Analytics, https://www.hidden-champions-of-consulting.de/en/champion/d-fine/), di poter vedere da vicino svariate realtà nella quotidianità dei nostri progetti. Questo  ci dà esperienza e al contempo ci sprona ad un continuo studio ed approfondimento delle tecnologie e standard più all’avanguardia, che applichiamo sia in azienda che per i nostri clienti. Un esempio è quello dei data spaces: non solo siamo parte di Eurodat (https://www.eurodat.org/it/), ma stiamo lavorando ad implementare diversi progetti su questa piattaforma che rivoluzioneranno completamente il concetto di possesso dei dati, per esempio Dataland. (https://dataland.com/

Abbiamo la fortuna di avervi alla tavola rotonda dal titolo: Generative IA: Transforming Data Governance and Data Management (Pavia)” interessante argomento…

Che il potenziale nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa sia immenso, credo sia chiaro a tutti, al più tardi dall’avvento di Chat GPT. La rapidità dell’evoluzione degli algoritmi in questo settore ed i risultati sempre più precisi che si riescono a raggiungere possono tuttavia creare la falsa aspettativa che l’IA generativa possa sostituire totalmente gli esperti di settore. In d-fine, accompagniamo i nostri clienti nella creazione di soluzioni solide e affidabili lungo l‘intero processo della gestione dei dati, dall’inserimento e acquisizione dei dati, passando dai controlli di qualità e governance, attraverso gli aspetti di sicurezza e privacy fino all’estrazione ed all’utilizzo. In ognuno di questi step, l’IA generativa permette di migliorare e facilitare i processi, minimizzare gli errori, sbloccare del potenziale non ancora sfruttato. Uno degli ambiti in cui sono possibili “quick wins” è quello dello sviluppo del codice alla base delle soluzioni di data management, in accordo a standard predefiniti. Da qui traiamo diversi esempi, ma anche caveat, che dimostrano come l’IA generativa stia completamente rivoluzionando il data management, specialmente nel lavoro degli sviluppatori più giovani. Quello che tuttavia è ancora imprescindibile è la supervisione di un esperto. Proprio questa è la trappola più insidiosa dal nostro punto di vista: con lo stesso strumento in mani diverse, si possono raggiungere risultati impressionanti come anche pericolose debolezze di sistema. D’altro canto, i fornitori di soluzioni specializzate stanno integrando sempre più in maniera “nativa” supporti per l’uso di LLMs (large language models), ad esempio nell’estrazione ed analisi di dati tramite comandi verbali. L’idea è che una descrizione verbale dei dati richiesti venga trasformata dall’IA in una query ad hoc, scritta su misura per il modello dei dati sottostante. Per poter rendere tutto questo possibile, è fondamentale la creazione ed il mantenimento di metadati in maniera impeccabile.

Lei ha sostenuto l’evento fin dall’inizio… perché il Data Management Summit è così importante?

In un mondo sempre più guidato dai dati, a fronte di tecnologie in continua evoluzione e nuovi standard regolamentari, rimanere aggiornati e sfruttare ogni occasione di scambio è fondamentale per tenersi al passo. Il Data Management Summit, con i formati delle tavole rotonde e dinamiche di gruppo, integra i benefici di una conferenza più classica con opportunità uniche e concrete di scambio diretto tra esperti del settore.

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